Poesie di Yuleisy Cruz Lezcano
PARTENZE
E non me me andrò dalla pelle
troppo impregnata dalla pelle,
dal coraggio di credere nel possibile,
dal convincimento di ottenere sempre di più,
dando tutto.
Non me ne andrò dal pianto di andarmene,
dal fallimento di sbagliarmi,
dall’ammissione di tutti gli errori.
Non me ne andrò dal ricordo né dalla promessa di un sempre.
Me ne andrò invece dalla bugia,
da quel che si respira e non si vive,
da quello che mi fa morire, un po’ ogni volta.
Me ne andrò dalle emozioni confuse,
dai crepuscoli di stanchezza,
dalle false rinuncie
dal singhiozzo che mi tiene ferma.
Tempozero
Mancanza delle mancanze,
la stancheza del corpo è poca
comparata con la stanchezza dell’anima.
Si fondono tutte le stanchezze,
nessuno bussa alle porte.
Il pianto muore senza voce,
lo sguardo è ucciso dalla disgrazia
di non vedere
lo stanco fuggire
degli incontri mancati.
Tempozero per gli innamorati
della mancanza delle mancanze.
Stanchi di dormire e non poter sognare,
i corpi muoiono di stanchezza.
Son difficili da sostenere
le proprie viscere
senza la leggerezza delle farfalle,
fuggite per tanta stanchezza
dall’insipida dimora.
Ti amo e mi ami,
forse non ora,
stanchi della stanchezza,
innamorati della mancanza
delle mancanze,
il corpo è un inverno
e va in letargo.
(Che noia! Che barba!)
Ogni cosa è stanca di stancarsi.
Tempozero che alleggia
sulla tragedia del silenzio.
Lillà di naufragi morti,
qualcuno entra nella stanchezza
e si abbandona,
si annuncia stanco
come l’orologio che batte
il crepuscolo moribondo dei corpi.