Poesia di Yuleisy Cruz Lezcano
Strappo
Questo mattino ho bianche mani,
racchiudono un cuore sudato,
la forza di lottare contro i vermi,
di distruggermi fino all’oblio,
obliarmi, dimenticarmi,
per poi aprire le bianche mani,
stanche come la morte.
Dita a dita si aprono
alla pace stabilita.
I vermi sfilano con la bandiera bianca,
al vedermi vincente ma stanca,
ancora ci provano a distruggermi.
Strisciate di fumo,
qualcosa di me rimane
in una bottiglia chiusa
naufraga sulla riva del mare.
Le onde fanno tremare la bottiglia,
la bottiglia fa ballare il verme,
unico sopravvissuto
di tutte le mie guerre.
Bianche mani sul diario bianco,
nulla raccontano di quel che rimane,
di quel che mi sta attorno,
di questo paese di passaggio,
dove i ciechi vedono la mia morte,
salgono suoi ponti e poi
si avvicinano al mio diario.
Occhi vuoti,
vogliono scoprire cosa scrivo,
anche se non ho ancora scritto niente,
vogliono scoprire se vivo
nel passato o nel presente.